L'overtreatment: i dentisti e il lato oscuro della forza
La parola “overtreatment” è un sostantivo inglese che non è facile tradurre in italiano. In ambito medico quando ad un paziente vengono prescritto esami o cure non strettamente necessarie, si esegue un eccesso di terapie. Il problema è che se queste terapie sono erogate in ambito privato e quindi sono a pagamento, oltre a non servire a quel determinato paziente, costituiscono anche un costo non necessario. Va bene a chi incassa, ma non certo a chi paga.
In campo odontoiatrico l’overtreatment avviene quando vengono proposte cure che possono essere evitate o terapie più costose e aggressive al posto di quelle più conservative ed economiche. Vuoi degli esempi?
Hai un click all’articolazione temporo-mandibolare senza dolore e ti propongono un bite? Non serve a niente, non farlo!
Hai dei denti da incapsulare in mezzo a loro, te ne manca uno e ti propongono di sostituirlo con un impianto? Se già devi eseguire delle capsule, tanto vale fare un ponte fisso per sostituire l’elemento mancante, puoi così evitare l’impianto e risparmiare soldi.
Ti dicono che la tua masticazione influenza la tua postura e potrebbe causarti mal di schiena, proponendoti una riabilitazione complessa o una terapia ortodontica? Non c’è nessuna dimostrazione scientifica della correlazione occlusione-postura: ti stanno vendendo una bufala per convincerti a fare un lavoro probabilmente costoso e soprattutto senza senso.
Hai delle vecchie otturazioni sui molari che non ti fanno male e ti propongono la devitalizzazione e la successiva corona protesica? Può essere che basti rifare le otturazioni o al massimo degli intarsi, che sono una specie di otturazione preformata fatta dal laboratorio sulla base di un’impronta che viene poi cementata nel dente dall’odontoiatra. Così avrai un risparmio biologico ed economico.
Hai delle otturazioni ingiallite degli incisivi vitali e ti propongono la ricopertura con capsule in ceramica? Anche in questo caso può essere sufficiente rifare le otturazioni o molto raramente delle faccette in ceramica molto più conservative delle capsule.
Hai dei denti devitalizzati in modo non corretto, con un granuloma (infezione all’apice del dente) che ti provoca dolore, e ti propongono l’estrazione e poi la sostituzione con impianti? Certo, è la soluzione più comoda, ma anche la più costosa per te. Prima regola di ogni buon dentista: fare di tutto per salvare i denti naturali e poi se la terapia non funziona, solo allora passare all’estrazione. In questo caso è più etico ritrattare i canali: se la nuova devitalizzazione è eseguita bene, il granuloma si riassorbe e il dente è salvo. Soluzione più biologica (nessuna estrazione) e molto meno costosa di un impianto.
Quel dente non si può ritrattare perché all’interno c’è un perno che non si può togliere? Si può eseguire un piccolo intervento di chirurgia all’apice del dente rimuovendo l’infezione e salvando il dente.
Hai infiammazione alle gengive, ti sanguinano quando ti lavi i denti, noti recessioni gengivali ma i tuoi denti non si muovono o si muovono pochissimo, e ti propongono delle estrazioni e sostituzione con impianti? Hai la parodontite, ma questa malattia si può curare senza estrazioni in modo poco costoso, e soprattutto salvando i tuoi denti naturali.
Questo sono solo alcuni esempi, ma magari è capitato qualcosa del genere proprio a te. Come comportarsi quindi? Premesso che non sei laureato in odontoiatria, e che quindi non sei in grado di capire fino in fondo la diagnosi e il perché di quello che ti viene proposto, ti do alcuni consigli.
1) Cerca un dentista di fiducia, magari consigliato da qualche tuo amico o parente, e crea con lui un rapporto paritetico di onestà e trasparenza. Chiedigli tutte le spiegazioni che ritieni necessarie. Un dentista corretto non ha niente da nasconderti. Uno volta che “senti” di essere in buone mani, non mollarlo più.
2) Chiedi il preventivo scritto chiaro e dettagliato delle tue cure: un professionista affidabile non ha niente da nascondere, anzi! La proposta di un piano di cure deve sempre essere corredata dal preventivo economico, chiaro ed esaustivo, con risposta ad eventuali dubbi.
3) Chiedi se c’è una soluzione minimamente invasiva per risolvere il tuo problema, la più rispettosa possibile dei tuoi denti, cercando sempre di salvarli. Ricorda che per l’estrazione c’è sempre tempo, ma una volta eseguita non si torna più indietro.
4) Se quello che ti prospetta non ti convince fino in fondo, senti un altro parere. Non tanto per prezzo, ma soprattutto per il piano terapeutico proposto.
5) Stai lontano dalle catene odontoiatriche come dalla peste. In quei posti tu sei un paziente, ma soprattutto sei un cliente. Il preventivo ti verrà presentato non da un odontoiatra, ma da un responsabile commerciale, il che te la dice lunga su come sei visto. Il fatto che molti di questi studi dentistici siano ubicati all’interno dei centri commerciali ti fa intuire quale sia la filosofia di fondo. Se ti prospettano un piano terapeutico molto aggressivo con uno sconto “favoloso” (magari del 50%), sappi che è una tecnica di vendita. Se percepisci che la proposta terapeutica è “esagerata”, con un preventivo molto scontato, stai in campana: l’overtreatment è dietro l’angolo e i materiali usati potrebbero essere di dubbia qualità. Pertanto alla fine spenderai di più nel dover rifare quel lavoro che magari potevi evitare fin dall’inizio e risolverlo sarà sicuramente più costoso di quanto preventivato.